scritto e interpretato da Marianna Folli | collaborazione drammaturgica Teo Guadalupi
Work, bitch! (Traduzione: ma vai a lavorare, stronza!) secondo le peggiori enciclopedie è: una canzone di Britney Spears; la frase di un padre bresciano schifato dai perditempo; la supplica di un compagno che non sopporta più la partner casalinga. Partendo da questo titolo lo spettacolo si accende sul lavoro, che ha la grande capacità di rendere piene o vuote le nostre vite. Lo sa bene chi vive nella precarietà, che come equilibrista si muove dal pieno al vuoto, dalla frenesia al silenzio.In un dialogo continuo con il pubblico nella forma della stand up e del teatro di improvvisazione “Work, bitch!” cerca di far ridere MA ANCHE RIFLETTERE (scherzo, perché c’è sempre bisogno di specificarlo?) sulle contraddizioni e le distorsioni delle nostre vite, destinate a prendere il ritmo del lavoro che scegliamo o siamo costretti a fare.Ma mica si lavora e basta. La vita è fatta di tanto.A volte si ama, si mangia e si sta in silenzio.Per chi ci riesce. Chi ci riesce?